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BASTA CON IL BLA BLA BLA!

Giulia Al Omleh
IIB

“Non abbiamo un pianeta bla – bla bla bla, bla bla bla… […] Ripartiamo col Recovery bla bla bla… Economia green bla bla bla… Zero netto al 2050 bla bla bla…Impatto zero bla bla bla…   […] siamo ormai a trent’anni di bla bla bla, e a cosa è servito? Oltre il 50% della CO2 in atmosfera è stata rilasciata dal 1990 ad oggi. Dal 2005 addirittura il 33%”. Queste le parole della giovane attivista Greta Thunberg durante la prima giornata dello youthforclimate di Milano, un’opportunità per i giovani di proporre idee e azioni concrete contro il cambiamento climatico. Qui, infatti, quasi 400 giovani provenienti da 186 Paesi si sono incontrati dal 28 al 30 settembre per affrontare le principali urgenze e priorità sul tema. L’evento ‘Youth4Climate: Driving Ambition’ di Milano si è inserito nel processo di coinvolgimento dei giovani in una serie di manifestazioni atte a sensibilizzare sul problema ambientale. Dal 1992 l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della Terra per i vertici globali sul clima, chiamati ‘COP’ (Conferenza delle Parti). Quest’anno, dal 31 ottobre al 12 novembre, si è tenuto a Glasgow, in Scozia, il 26esimo incontro annuale; da qui il nome “Cop26” L’obiettivo della conferenza è stato provare a raggiungere dei risultati più efficaci in merito alla questione climatica rispetto a quelli ottenuti nella scorsa Cop21, i cosiddetti “accordi di Parigi”. Questo vertice fu definito pdal New York Times come “storico”, perché sottoscritto da tutti i 195 Paesi partecipanti, i quali si impegnavano a produrre un piano nazionale indicante la misura della riduzione delle proprie emissioni, attraverso una NDC (Nationally Determined Contribution). La loro promessa era quella di: mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi; smettere di incrementare le emissioni di gas serra entro il minor tempo possibile; versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai Paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia più sostenibili. Ciononostante, non essendo state previste sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, questi sono stati accantonati e nuovamente ignorati. Infatti la Climate action tracker, organizzazione scientifica nata dalla collaborazione di Climate analytics e Newclimate institute, riporta che l’incremento della temperatura media globale potrebbe essere di circa 2,1 gradi celsius nel 2100.

Aurora Sacconi
IIB

Inoltre, Bill Hare, esperto di Climate analytics, aggiunge che il 50% delle emissioni globali odierne sono prodotte da Paesi che si sono impegnati a raggiungere il target di emissioni zero entro l’anno 2050. Andando di questo passo, si prevedono non solo una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi, come alluvioni, incendi e ondate di grande caldo, ma anche un’accelerazione dei processi di scioglimento dei ghiacciai con conseguenze catastrofiche per le aree che si trovano a pochi metri sopra il livello del mare (ad esempio Napoli e Venezia).                                                  Anche per la Cop26 sono stati fissati obiettivi senza data di scadenza. Per arrivare al consenso di tutti i Paesi partecipanti sono stati “ammorbiditi” dei passaggi: nell’accordo è prevista una riduzione e non più un’eliminazione dell’utilizzo di carbone, come invece era stato deciso nell’ultima bozza. Inoltre tra le ultime negoziazioni che hanno fatto ritardare la conclusione della conferenza, ci sono state quelle sulla potenziale istituzione di un fondo per compensare le nazioni più danneggiate dagli effetti del cambiamento climatico, provocati soprattutto dalle attività dei Paesi più ricchi, quali Stati Uniti e Cina. Fino al sabato pomeriggio c’è stato un “balletto diplomatico” sul linguaggio da utilizzare in merito a questa compensazione.                                                                                                              Insomma, infinite discussioni e decisioni che finora non hanno portato a nulla di concreto. Non possiamo più lasciare decidere alle persone al potere cosa sia la speranza: la speranza non è stare a guardare; la speranza è dire la verità e agire di conseguenza. Certo, occorre ingaggiare un dialogo, ma dopo trent’anni di BLABLABLA a cosa è servito?

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