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IL DOTTOR STRANAMORE, OVVERO: COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA BOMBA"

Giuliana Amato
4E

DURATA: 1H30MIN 

ANNO: 1964

REGIA: Stanley Kubrick

TRATTO DA: "Red alert", di Peter George

SCENEGGIATURA: Stanley Kubrick, Terry Southern, Peter George

CAST: Peter Sellers, George C. Scott, Sterling Haydenn, Keenan Wynn, Slim Pickens

                                                                                                                                          USA, nel bel mezzo della Guerra Fredda. Il generale Ripper mette in atto il “Piano R”, che prevede che i generali possano ordinare lo sganciamento della Bomba H sul territorio sovietico senza il consenso del Presidente.

Così come il colonnello Mandrake, anche il Presidente Muffley è estremamente allarmato, ma non c'è modo di rintracciare gli aerei. Entusiasta, invece, è il generale Turgidson, uno dei personaggi più cult del film per la sua goffaggine ed evidente stupidità.

Convocato l'ambasciatore De Sedesky, il Presidente decide di telefonare al Premier russo Kisov. La telefonata, però, è tutt'altro che ordinaria, a meno che non si parli di due fratelli che non sanno come spiegare alla madre di aver distrutto la finestra giocando a calcio. Uno è imbarazzato, in soggezione, mentre l'altro totalmente ubriaco. E' bene precisare che questa scena, così come altre, è un'improvvisazione di Peter Sellers.

Entra in gioco quindi il personaggio che dà il nome a questo film: il Dottor Stranamore, un nazista oramai disabile, sulla sedia a rotelle ed affetto dalla Sindrome della mano aliena, che spiega, in modo assolutamente stravagante, come potrebbero reagire i sovietici.

 

In questa commedia nera i capi politici prendono decisioni, si comportano e interagiscono tra loro come bambini, nonostante si trovino vicinissimi ad una tragedia. Il merito, però, non è tutto di Stanley Kubrick ma anche del geniale attore Peter Sellers, che interpreta sia il Dottor Stranamore, sia il colonnello Mandrake, sia il Presidente Muffley.

Un tema ricorrente è indubbiamente la sessualità, a cui i personaggi si approcciano con poca maturità. Per esempio è la sua impotenza, causata dalla fluorocontaminazione dei sovietici, il motivo per cui il generale Ripper prende la fatale decisione, e il generale Turgidson non nasconde la sua "eccitazione" quasi "adolescenziale" quando viene vagamente accennato il tema. Infine, fra le tante soluzioni per mantenere in vita la nazione proposte dal dottor Stranamore, una è la poligamia; mentre espone le sue idee, infatti, la sua “mano aliena” si muove in continuazione ma quando parla di donne, delle loro caratteristiche sessuali e di poligamia, la sua mano ha un unico scopo, piuttosto ambiguo. Secondo Kubrick, infatti, la voglia di fare la guerra e la sete di violenza sono a tutti gli effetti dei surrogati della sessualità.

Una critica di un'ironia estremamente brillante agli anni della Guerra Fredda, alla mancanza di razionalità dei governanti e alla loro ignoranza. Condizione per nulla diversa da quella attuale, dove sembrano ripetersi gli stessi errori commessi in passato, e dove quindi non si vedono progressi.

Un film che cinicamente racconta il terrore causato da una possibile III guerra mondiale, apparentemente legato al momento storico in cui è ambientato ma che in realtà sarà purtroppo valido per tutto il mondo e per sempre.

JOCKER

Sara Manco
IC

Il 3 ottobre è uscito nelle sale “Joker”, film diretto da Todd Philips con protagonista Joaquin Phoenix.

Il film, ambientato in una Gotham City in preda al degrado, racconta la storia di Arthur Fleck, il cui sogno è diventare un comico di spicco ma che è costretto, data la sua abilità nel non far ridere, a lavorare come pagliaccio di strada, spesso deriso e maltrattato.

Oltre a soffrire di una forte depressione è affetto da un serio disturbo che gli causa risate incontrollate, non corrispondenti al suo stato d’animo. Mentre Thomas Wayne si candida a sindaco di Gotham, Arthur, licenziato per aver portato in un ospedale per bambini una pistola che, non richiesta, gli aveva regalato un conoscente, ancora vestito da clown, sta tornando a casa con la metro desolata quando, del tutto immotivatamente, viene pestato a sangue da tre uomini che uccide proprio con la pistola che si ritrova addosso. È questo il punto di svolta che, al culmine dell'esasperazione, di fatto lo trasforma in Joker. L'omicidio, infatti, sarà percepito dagli ultimi della società come una sorta di atto che ristabilisce a suo modo una giustizia, e lo sconosciuto clown diventa improvvisamente icona dei maltrattati e dei denigrati, che, travestiti da pagliacci a sua somiglianza, scatenano rivolte in ogni angolo della città.

Todd Philips, riferendosi al suo Joker dice: "non credo che lo scopo del mio Joker sia quello di voler vedere il mondo bruciare. Questo Joker ha tutt’altro nei pensieri. All’inizio del film si vede come lui stia seduto davanti ad uno specchio, costringendosi a ridere. È un ragazzo che cerca solamente la sua identità”.
Film di grande impatto emotivo, capace di trasmettere agli spettatori il senso di una società violenta che si ribella al sistema attraverso l’identificazione con un uomo che assurge al rango di eroe. Joker, infatti, riesce ad esprimere la rabbia dei diseredati della società attraverso l’uso di una violenza da loro considerata come giusta e necessaria.

 

Il personaggio, creato da Bob Kane, Bill Finger e Jerry Robinson, appare per la prima volta nel 1940 nel primo numero della serie a fumetti di Batman della DC Comics. Caratterizzato come psicopatico, sadico, scherzoso, eccentrico, imprevedibile e con un passato incerto, Joker ha la funzione di nemesi di Batman e si diverte a tormentare la città con omicidi e caos.

Volendo fare un raffronto del film di Philips con i tre Joker forse più noti della cinematografia che ruota attorno alle avventure di Batman, ossia (con diversi meriti, beninteso) quelli interpretati da Jack Nicholson, Heat Ledger e Jared Leto, salta immediatamente all'occhio non solo la ampia perizia attoriale che i quattro condividono l'uno in modo diverso dagli altri, ma anche le profonde differenze dovute in primo luogo a progetti radicalmente diversi tra loro, di cui questo ultimo Joker rappresenta il caso estremo per essere il primo a fare del tutto a meno di Batman.

L'indimenticato Joker di Tim Burton (Jack Nicholson) condivideva con Batman alcuni elementi profondi della personalità, benché declinati in modo diametralmente opposto. 

Il secondo (Heat Ledger), creato da Christopher Nolan, è rimasto nella memoria degli amanti della saga per essere stato un personaggio basato su tratti di follia irrimediabili ed esasperati. Mentre i primi due hanno mantenuto la struttura fisica e i caratteri originali del Joker del fumetto, David Ayer, regista di Jared Leto, ha portato invece in scena un personaggio completamente diverso da quello originale, soffermandosi sulle sue caratteristiche fisiche ed eliminando perfino il maggior tratto caratteristico, ossia la bocca che ride.

Dopo tanti autorevoli tratteggiamenti, uno più accurato dell'altro, sembrava impossibile che il personaggio potesse dire ancora qualcosa. E invece, un incontro felice tra un regista con idee molto chiare, un attore di straordinario talento e una tecnica cinematografica lucida e consapevole, si è dimostrato un successo ampiamente apprezzato dal pubblico e premiato, a ragion veduta, al Venezia film festival e al botteghino.

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